Additivi nel cemento e sostenibilità ambientale

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Che si chiami “Green Chemistry” o “Sustainable Chemistry” il fine è sempre lo stesso da ormai 20 anni: porre le basi per una chimica che sia “verde”. Questa non deve mirare esclusivamente alla redditività e al rapporto costo-benefici, ma dovrebbe impegnarsi nella riduzione di qualsiasi minima ripercussione sull’uomo e sull’ambiente.

Vediamo come ad oggi si possa parlare di chimica sostenibile grazie alla recente progettazione e utilizzazione di prodotti e processi, pur sempre efficaci, ma volti allo sviluppo sostenibile. 

Edilizia e cemento “green”: le nuove frontiere della sostenibilità ambientale sfociano anche nell’industria edile 

Se dovessimo dire qual è il materiale preferito dall’industria edile, quello sarebbe sicuramente il calcestruzzo. Allo stesso tempo, visto l’enorme utilizzo di questo materiale, è consequenziale anche l’alto tasso di anidride carbonica rilasciata nell’ambiente ogni anno. Addirittura nel 2015 sono state registrate emissioni nell’atmosfera pari a 2,8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica provocate proprio dalla fabbricazione del cemento.

Vedi anche: “Silicati e ambiente: qual è il loro impatto ambientale?

Metà delle emissioni nell’atmosfera sono dovute dalla calcinazione, reazione chimica necessaria per fabbricare il clinker, una delle principali componenti del cemento. 

Quindi come diminuire le emissioni di CO2 nell’atmosfera pur preservando e massimizzando il potenziale di attivazione del cemento?

La risposta è nell’uso degli additivi, i cui vantaggi possono essere:

  • Migliore utilizzo delle risorse naturali. Gli additivi nel cemento consentono l’ottimizzazione del calcestruzzo, quindi un suo utilizzo migliore, ma anche di acqua e altre componenti (a forte impatto ambientale), il che comporta un risparmio di CO2 durante il processo produttivo;
  • Garantire una migliore durabilità del calcestruzzo nel senso che gli additivi offrono una stabilità migliore nella macinazione preservando la qualità e le prestazioni fisico-meccaniche dei cementi a lungo termine. Tutto ciò si traduce in un migliore ciclo di vita dei lavori, migliori finiture, una diminuzione delle riparazioni negli anni, e un riduzione dell’impatto ambientale;
  • Incremento di fluidità che assicura una riduzione del rumore scaturito dalle vibrazioni durante e dopo la fase di messa in opera.

Quali sono dunque i vantaggi? Gli additivi nel cemento non solo migliorano l’efficienza della produzione e permettono di usare materiali di riciclo, ma ne garantiscono anche la durabilità delle strutture, riducendo al minimo il loro impatto ambientale. Obiettivo? “zero net waste”.

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