L’impiego del silicato di potassio nell’agricoltura

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Il silicato di potassio è un elemento fondamentale per chi sceglie la coltivazione biologica o biodinamica, non solo per l’azione antiparassitaria. Ecco quali sono le aree di impiego del silicato di potassio in agricoltura e perché viene tanto apprezzato dagli agronomi e dai viticoltori.

Cos’è il silicato di potassio

Il silicato di potassio è un composto frutto della fusione fra silice (SiO2) e carbonato di potassio (K2CO3). È completamente atossico, biodegradabile ed ecologico. È pertanto un valido alleato nella lotta ai parassiti per tutti coloro che abbiano fatto una scelta consapevole per un’agricoltura sana senza l’utilizzo di pesticidi. Questo combinato di silice e potassio è inoltre facilmente somministrabile alle coltivazioni in quanto viene applicato, semplicemente diluito, per irrorazione. Il silicato di potassio, sebbene svolga le medesime funzioni del silicato di sodio, ha gradatamente sostituito quest’ultimo in quanto non apporta sodio al terreno.
Vediamo nel dettaglio i campi d’impiego del silicato di potassio.

La doppia funzione antiparassitaria del silicato di potassio: la barriera

Il silicato di potassio è un potente antiparassitario naturale.
Spruzzandolo o vaporizzandolo sulle coltivazioni di ortaggi o frutti forma una pellicola protettiva superficiale, impenetrabile per gli insetti fitofagi (parassiti che si nutrono delle parti della pianta).
Questo rivestimento assolutamente innocuo per la piante, avvolge il frutto, le foglie o l’ortaggio divenendo una barriera invalicabile per i parassiti ed in questo caso rientra fra gli antiparassitari ad azione meccanica e preventiva.
Inoltre il silicato di potassio trasforma la pianta in un habitat inospitale per i batteri e gli agenti patogeni grazie al ph alcalino.

La funzione stimolante e protettiva


Il silicato di potassio vanta anche un’importante funzione stimolante e al contempo protettiva per la coltura, agendo “dall’interno”. Il silicio, assimilato dalla pianta o dai suoi frutti, va ad irrobustire i tessuti dell’epidermide, rendendoli più duri e quindi difficilmente attaccabili dai parassiti. Il silicato di potassio, inoltre, stimola la produzione da parte del vegetale di fitoalessine. Le fitoalessine sono una sostanza autoprodotta e sintetizzata dalla pianta stessa grazie alla quale può proteggersi dagli attacchi di funghi nocivi.

Per quali parassiti è efficace il silicato di potassio?

Per prima cosa occorre citare l’oidio! Questa terribile malattia di natura fungina è considerata una vera sciagura dai viticoltori sia per chi alleva uva da vino sia per chi coltiva uva da tavola. Non solo le viti però: il mal bianco, nome comune dell’oidio, attacca anche le varietà floreali da giardino e le piante da orto. Fra queste ultime le più colpite sono il prezzemolo, il radicchio, le carote e il finocchio. Anche le colture cerealicole non risultano immuni però: l’orzo e il grano saraceno sono le più esposte alla malattia. La malattia si manifesta sotto forma di macchie bianche di consistenza polverosa simile a borotalco ma quando notiamo tali segnali è già tardi e l’infezione fungina è già in corso. I funghi responsabili dell’oidio sono invisibili all’occhio umano e le spore che producono vengono propagate con l’aria. Ecco perché diventa quindi efficace il silicato di potassio! L’azione di quest’ultimo è infatti preventiva grazie alla pellicola inorganica che impedisce al fungo di attecchire.
Altri parassiti su cui il silicato di potassio risulta efficace sono la cocciniglia, gli afidi e gli acari.

L’utilizzo del silicato di potassio in biodinamica: la pasta per tronchi

La pasta per tronchi è una preparazione che in biodinamica può essere applicata sul tronco dell’albero ad inizio primavera. Questo preparato di consistenza cremosa, va solitamente spalmato sui tronchi per sigillarne gli interstizi, bloccando la fuoriuscita dei parassiti che durante l’inverno hanno trovato rifugio nelle fessure della corteccia.
La ricetta tradizionale prevede l’impiego di letame fresco o in alternativa humus di lombrico, betonite, sabbia silicea ed equiseto (dalle note virtù antiparassitarie). L’aggiunta di silicato di potassio serve come collante e vetrificante del composto, per farlo aderire al tronco e per far sì che non si stacchi facilmente.

Il silicato di potassio come fertilizzante

Questo tipo di silicato apporta al terreno e alla pianta, due elementi fondamentali per una rigogliosa crescita: potassio e silicio. Il potassio infatti, facilita l’assorbimento dell’acqua da parte delle radici, regola il meccanismo di apertura/chiusura degli stomi (fondamentale per la fotosintesi e l’apporto dei nutrienti) e contribuisce a dare un buon sapore a frutti e ortaggi, prolungandone anche la durabilità. Il Silicio, invece, è fondamentale anche per superare periodi di aridità. Trovandosi in concentrazione più elevate nei tessuti esterni, come ad esempio nelle bucce, riduce la traspirazione dell’acqua, trattenendola nel vegetale. La facile solubilità in acqua dei silicati, rendo il silicato di potassio un ottimo additivo per la fertirrigazione.


Naturalmente i silicati di potassio utilizzati per le coltivazioni biologiche e biodinamiche devono essere prodotti sicuri e certificati vista la normativa e i rigidi protocolli a cui debbono attenersi gli agricoltori bio.
In Crosfield troverete un partner affidabile e garantito ed un team di consulenza altamente preparato sarà lieto di fornirvi tutti i dettagli sui nostri silicati.


Non esitate a contattarci, per qualsiasi informazione riguardanti il silicato di potassio in agricoltura.