Un fluidificante come il silicato di sodio è un ingrediente fondamentale per determinare la fluidificazione e la deflocculazione, e non solo, degli impasti ceramici.
Quali sono le sue azioni? Scopriamolo.
Cos’è un impasto ceramico?
L’impasto ceramico è un insieme di materie prime, di tre diverse famiglie, miscelate tra loro.
Tra queste troviamo:
- Le argille pure: grazie alla loro plasticità, vengono utilizzate per la formatura così da permettere che l’impasto stia insieme compatto.
- Gli inerti: sono sabbie che mantengono la forma in cottura evitando che l’argilla collassi.
- I fondenti: servono a favorire la fusione dell’argilla a temperature accettabili, tra i 900à e i 1350°.
Perché si utilizzano fluidificanti negli impasti ceramici
Come mai un fluidificante da impasto, a base di silicato di sodio, è così utile in un impasto ceramico? I motivi sono molteplici:
- Contiene gli ingredienti di natura organica: il fluidificante riesce a contenere gli ingredienti di natura organica che sono alla base della degasazione quando si decompongono. La degasazione può causare la formazione di porosità interne al pezzo ceramico.
- Previene la formazione del “cuore nero”: il fluidificante riduce la possibilità di formazione del così detto cuore nero durante la combustione. Il cuore nero è una zona di colore scuro che si riconosce nella parte interna del pezzo ceramico in frattura.
- Agevola la vetrificazione: il silicato di sodio è in grado di velocizzare e agevolare la formazione di vetro necessaria alla formazione del gres porcellanato.
I fluidificanti sono tutti uguali?
Nei fluidificanti, oltre al silicato di sodio, ci sono anche polimeri sintetici che servono ad aumentarne le performance e scongiurare la flocculazione.
Non esiste, quindi, un fluidificante da impasto uguale all’altro poiché ognuno di loro è frutto di formulazioni precise di equilibri per ogni linea produttiva.